Ci sono viaggi che si pianificano con precisione, da fare in solitaria, e altri in cui cedi all’invito di quello che diventerà un amico, per condividerlo assieme, arrivando a compromessi.
Quello che mi trovo a raccontare è il secondo caso. Inizia in gennaio, a Verona al MBE. Poco prima di quei giorni, leggevo nelle chat che le iscrizioni per l’Eurolambretta 2025 erano già aperte, quindi avevo manifestato la mia volontà a partecipare, pensando che i preparativi potessero essere rimandati, in fondo si parlava di fine giugno.
Invece ben presto avevo cominciato a leggere qua e là soprattutto di Luca GIANAROLI che, data la sua pluriennale esperienza in merito, aveva già praticamente pianificato e prenotato il suo viaggio assieme a due amici. Siccome l’anno scorso avevo diviso qualche chilometro con loro e soprattutto per cercare di abbassare un po’ le spese, avevo deciso di domandargli se potevo unirmi a loro invece di viaggiare da solo come ho spesso già fatto con molta soddisfazione.
Ottenuto un cordiale ma decisamente fermo “ma non se ne parla proprio!” da parte di Luca, incontro per l’appunto nella Fiera di Verona Thomas, meglio conosciuto come Tom Superlui per via del motore che ha creato per il piccolo scarenato di casa Innocenti, partendo da quello delle lambrette “grandi”. Thomas mi espone la sua idea di andare su due ruote, usando uno dei suoi LUI, ma facendo il primo tratto di strada da Bolzano a Colonia, circa 800 km, sul suo furgone per guadagnare una giornata sia all’andata che al ritorno, da spendere per girare la Scozia con più agio.
L’idea a mio avviso non era male, anche se per principio preferisco fare questo genere di viaggi su due ruote. In fondo se decidi di condividere un progetto, devi anche accettare dei compromessi. A quel punto contatto Markus FRÖSHEN, che Thomas mi indica come la persona che si occupa di prenotare il traghetto. Scopro di conseguenza che l’allegra comitiva è composta da un altro lambrettista tedesco, oltre che da Tino SACCHI e dall’ottimo Enzo DEL GIUDICE, ma soprattutto, cosa che si ripeterà puntuale per il resto del viaggio, che traghetto, hotel, annessi e connessi sono già stati pianificati e prenotati in anticipo per loro quattro. In realtà il traghetto era stato prenotato motu proprio dal Tino, il quale aveva deciso che la lambretta sua e di Thomas avrebbero attraversato il braccio di mare tra Olanda e Inghilterra all’interno del suo furgone. Poco male, se non che a questo punto devo prenotare tutto come se viaggiassi da solo, spendendo il mio bravo capitale – che vada tutto in medicine – alla P&O, che per portarti da Rotterdam a Hull, ovvero per fare un tragitto simile da Genova ad Olbia, ti chiede una fidejussione come se ti iscrivessi ad un campionato di calcio.
Perchè proprio Rotterdam? Beh ovviamente per i suddetti compromessi, viaggiando con Thomas e pernottando dal gentilissimo Markus, il tragitto era obbligatoriamente da Bolzano a Colonia, la quale è molto vicina all’Olanda. La cosa a dirla tutta non mi dispiaceva, dato che nei precedenti viaggi avevo già attraversato due volte la Francia via Svizzera.
Fast forward da gennaio a giugno. Dopo aver revisionato, tagliandato, cambiato componenti e sostituito le fasce elastiche al pistone della Lambretta, metto i miei bonsai sul furgone e li porto dall’amico Luca MENOZZI, che li innaffierà durante la mia assenza. Mentre rincaso, incrocio sulla via Emilia proprio Luca Gianaroli, ben spedito in direzione Ovest e provo un discreto senso di colpa nel voler fare anche il tratto Parma – Bolzano sul mio furgone. Perciò dico a me stesso “ma non se ne parla proprio!” e possiamo finalmente arrivare al racconto del viaggio, iniziato l’indomani lunedì 23 giugno.
Quello che segue è il mio diario, scritto giorno per giorno, tra una curva e una colazione ad alto tasso di colesterolo, tra lo sfrigolio di una salsiccia annerita e un adesivo incollato al Vallo di Adriano. Nessuna foto (fatta da me, perchè se ci fossero stati Nicola ed Emanuela probabilmente non avreste dovuto leggere ma solo ammirare le loro foto), nessuna foto, dicevo, può rendere quanto una strada che sale e scende tra le colline dello Yorkshire o un campo di grano accarezzato dal vento scozzese, ma attraversare l’Europa fino alla Scozia, passando per Olanda, Inghilterra, brughiere, castelli e pale eoliche, è stato un viaggio fatto non solo di chilometri, ma anche di deviazioni inaspettate e colpi di vento memorabili. Guidare a sinistra, dormire in hotel inquietanti e discutere col navigatore sono solo alcune delle sfide affrontate… insieme, ovviamente, all’eterna lotta con il meteo britannico.
E fin qui direte, cazzocene? Beh udite udite: 26 km con un litro per strade secondarie. Inedito per la mia Lambretta! Ho fatto bene a cambiare le fasce elastiche 🙂
Qui poi salgo sul furgone di Thomas, quindi glissiamo.
24 giugno 2025 – FLOVERICH – EUROPOORT ROTTERDAM (242 km)
DITE ALL’OLANDA CHE SIAMO IN ESTATE
Finalmente il mio #eurolambretta è iniziato! Grazie a Markus per ospitalità, pernotto e colazione, mi aggrego ai due soci del Lambretta Club Germania assieme a Tom ci dirigiamo verso l’Olanda, che è ad un tiro di schioppo. Guardo la mia Lambretta e non ci posso credere, sta frullando gagliarda a 85 km/h su suolo olandese.. Meraviglia 🤩 Il paesaggio è ordinato. Guardo le case e vedo le finestre divise in due o in quattro e ho un dejà vue.. Ma perché? Pensa che ti ripensa, che tanto mentre guidi, dentro al casco di pensieri ce ne stanno tanti e la maggior parte sciocchi, mi ricordo che le casette Lego erano così! 😅 Proseguiamo in direzione Rotterdam e dopo Eindhoven abbandoniamo l’autostrada per percorrere finalmente la vasta campagna. Il problema è che più ti avvicini al mare, più mi sembra di essere a Portoviro, Goro o Taglio Di Po, a voi la scelta, ma comunque in un paesaggio che se non fosse per le decine di enormi pale eoliche, sembrerebbe davvero di essere tra Venezia e Rovigo. Comunque sia, il viaggio procede bene ma voglio svelarvi il segreto meglio custodito al mondo: in Olanda c’è tantissimo vento! Tira certi schiaffi che ti fa passare i pensieri sciocchi da dentro il casco! Ah ho visto un mulino a vento. Voi cercate l’immagine su Google.
Ecco, qui comincio già ad essere un po’ deluso, perchè non ho veramente modo di fare le foto che vorrei.
25 giugno 2025 – HULL – KILLINGTON LAKE (210km)
LO YORKSHIRE È UNA SARDEGNA CHE NON CE L’HA FATTA
Direi pochi km oggi, ma le strade strette e tortuose, come dice il mio amico Andrea Morini, “rendono poco”. Ma quando si è in tanti (e per tanti intendo più di due) è normale non riuscire a percorrere molta strada. Tuttavia non abbiamo quasi fatto soste foto, che è la cosa che più mi dispiace. D’altronde viaggiando con l’itinerario pianificato da altri, non si può pretendere di condizionare i compagni perché si vede un bel ponte o una bella chiesa 🤷 Per fortuna però i miei compagni di viaggio hanno tutti i motori elaborati, di quelli col carburatore grande come il cuore di un bue e lo scarico che guarda in alto, con un angolo perfetto che sembra puntare il viso dentro al casco di te che segui e mi raccomando, “stiamo tutti vicini” sennò la guida in testa non vede se manca qualcuno.. Beh io ad un certo punto ho fatto quel gesto col braccio che, fermato al punto giusto, significa solo “andate avanti” e mi sono accodato al vecchio furgone diesel di Tino Sacchi così, tanto per cambiare puzza. Che odore ha la campagna dello Yorkshire? Sa di Motul per quanto mi riguarda. Comunque, se togli il mare e i monti, lo Yorkshire assomiglia parecchio alla Sardegna quando piove. Tutto il mondo è Sardegna! 😁 Domani con Thomas abbiamo deciso di staccarci e andare a Nord, passando per Glasgow e proseguendo fino a Stirling. Quindi per oggi ancora poche foto, anche se in Scozia, tecnicamente, ancora non ci siamo..
26 giugno 2025 – KILLINGTON LAKE – SYMINGTON (280 km)
PARE CHE FINALMENTE SIAMO IN SCOZIA
Stamattina ci alziamo in orario e facciamo colazione nell’autogrill dove io e Thomas abbiamo dormito. Pochi passi separano l’hotel dal ristorante. La pioggia finissima segue il vento forte ondulando. È di quella che in un attimo ti bagna anche le ossa. Le lambrette sono imperlinate d’acqua, hanno passato la notte all’adiaccio. Ci attardiamo ma non cambia nulla, quindi sfruttiamo la stanza fino all’ultimo momento ma poi è inevitabile indossare la tuta antipioggia, che sarà (spoiler) la nostra terza pelle per tutta la giornata. Facciamo un piccolo tratto di autostrada fra gli spruzzi dei TIR, ma appena usciamo sostanzialmente la pioggia smette, resta solo quel tanto da giustificare la tuta, che teniamo più che altro per il freddo. Il percorso pianificato dovrebbe portarci a Glasgow e poi a Stirling, ma (altro spoiler) scopriremo che è troppo ambizioso. I paesaggi ed i paeselli che attraversiamo, tra una pecora e l’altra, sono molto pittoreschi, ma devo ricordare ogni tanto a me stesso che ancora non è Scozia. Riusciamo addirittura a fare un passo montano. Leggo 1900 feet, che sarebbero piedi. Mentre salgo penso che quella perversione legata ai piedi deve essere nata in Inghilterra, perché se si fossero misurati il pisello in millim.. ehm, centimetri come tutti, forse non ci avrebbe pensato nessuno a certe cose. 🫣 Ben presto comunque ci pensa il fortissimo vento ed il freddo a scacciare i pensieri sciocchi dal casco. D’altronde siamo a 580 metroni sul livello del mare, mica bubbole! Appena scavalliamo questo super impegnativo passo montano, degno dello Stelvio col PX, si torna a temperature accettabili. Ci fermiamo a pranzo in una bakery ad Alston (mi ricordo il nome perchè al ritorno senza volere ci ripasserò). Un piccolo locale a conduzione familiare con pochi tavoli e il cuoco sovrappeso che canticchia le canzoni della radio. Entrando la differenza di temperatura è notevole, anche a causa della cucina a vista, ma di spogliarmi non se ne parla. Ordino un bel the della Cumbria e un sandwich con salsiccia, uova e funghi. Assieme alla salsiccia c’è anche il raschiato nero della piastra, che gli dà quell’amore che solo gli chef di una volta sapevano dare. E le nonne. Il resto del viaggio sono strade e stradine tortuose, alcune anche di sola ghiaia che ci attardano ulteriormente. Decidiamo quindi di salutare l’idea di arrivare a Stirling e prenotare un hotel in direzione Glasgow, tenendoci ancora distanti da Ayr. Finalmente siamo in Scozia!
27 giugno 2025 – SYMINGTON – AYR (183 km)
SI STA COME IN AUTUNNO LE FOGLIE SUGLI ALBERI
Normalmente nessuno si sognerebbe di salire sullo scooter “con sta pioggia e con sto vento”, ma siccome siamo a 2000 km da casa e questo è l’unico mezzo per spostarci che ci passa il convento, indossiamo la tuta antipioggia fin da subito anche stamattina. L’hotel in cui abbiamo pernottato è molto pittoresco. È stato due volte un albergo e due volte un ospedale militare. Ha pure un che di Shining che non guasta e un armadio singolo in legno che non mi meraviglierei fosse un passaggio per Hogworts. Comunque, dicevo, temperatura, pioggia e vento forte ti fanno pensare a certe sere in cui ringrazi di essere in macchina, dai un colpo di tergicristallo, giri la marletta della temperatura verso il rosso e pensi alle caldarroste. Ma invece no, apri e chiudi costantemente la visiera appannata e imperlinata, girando piano la marletta del gas e usando dolcemente il freno. Arriviamo in un punto panoramico, ma la nebbia non permette una foto decente del mare, quindi si tira avanti e inizia la costa. Al secondo o terzo paesino, facciamo una sosta pranzo e poi via diritti verso Ayr. Ora un attimo di riposo e poi andiamo al raduno, dove ci siamo già registrati.
Vi aspetto per la seconda parte del mio diario di viaggio, in cui vi racconterò le mie impressioni sull’Eurolambretta scozzese!