Un personaggio importante nel mondo Lambretta, ma chi era?
Mi accingo a preparare un articolo su Cesare Battaglini per la possibile pubblicazione su rivista, quindi mi è venuta l’idea di riprendere questo brano scritto nel 2019 sul sito THEMONKEYS.it, quando il Lambretta Club Parma ed il suo sito non erano nemmeno stati pensati, dandogli quindi una casa più consona.
Spesso mi trovo a pensare a Ilario Lavarra, che dal 2017 ad oggi ha compiuto un terzo del viaggio del mondo in vespa che ha programmato, perchè si prende il tempo di fermarsi, sia per scelta che per necessità. Attualmente sui suoi Social sta pubblicando brevi video relativi a Nepal e India e i 150.000 km preventivati all’inizio sono stati belli che superati da un pezzo.
Ho pensato molto anche al grande Giorgio Bettinelli che, oltre ad ispirare Ilario, lui per primo non solo ha viaggiato, ma ci ha resi partecipi mettendo per noi le proprie emozioni sulla carta, in più di un libro. E anche Ilario l’ha fatto, rivelandosi, come Giorgio, uno scrittore dotato ed appassionante.
Ilario viaggia ora, in questo momento, e giustamente si avvale di tutto quanto i social network possano mettergli a disposizione per rendere nota la sua impresa oltre che tutto quanto la tecnologia moderna possa offrirgli per facilitare e rendere più sicuro il suo Grand Tour. Questo sminuisce la sua impresa? Non credo. Seguitelo sui social e visitate il suo sito Vespanda.com.
Anche Giorgio Bettinelli, che ha viaggiato con la sua vespa PX tra gli anni 90 e i 2000, ha certamente avuto agevolazioni tecnologiche sia nella sua autopromozione che nello svolgimento della propria impresa.
E come non citare Markus Mayer, detentore di vari record in vespa, che però ancora non ha avuto la possibilità di mettere nero su bianco le proprie memorie, oppure Filippo Genito e Francesca Montanari in sella alla loro lambretta con il libro “Due cuori e una Lambretta”?
Giorgio Bettinelli, che ha appunto viaggiato agli albori della rivoluzione informatica costituita da internet e a cui è dedicato un cortometraggio che a breve vedrà la luce, ha avuto il vantaggio di sembrare un precursore, quando invece le persone che viaggiano a bordo di uno scooter piaggio, innocenti o LML sia in passato che in questo momento, sono probabilmente molti di più di quanti ne conosciamo e sicuramente anche scrivendo queste righe ne sto tralasciando molti che spero non me ne vogliano.
Una sera di qualche anno fa ero al Bistrot di Ferrara, sede dei Duchi Estensi scooter club, e mi parlarono di un tal Cesare Battaglini, un signore che i miei interlocutori Alby e Bassa hanno conosciuto e con cui hanno fatto addirittura in tempo a condividere un viaggio. La loro risposta al mio “ma chi era Cesare Battaglini?” fu naturalmente “ERA UN GRANDE!”.. ma perchè?

Cercherò di riassumere in breve chi era questo importante personaggio, con l’intento di stimolare la vostra curiosità, quanto lo è stata la mia dagli amici Duchi Estensi.
Cesare Battaglini è senza dubbio uno dei veri precursori dei globetrotter in sella ad uno scooter. Cesare percorse, tra il 1956 ed il 1959, con il supporto ufficiale della Innocenti, circa 160.000 km in giro per il mondo a bordo di una Lambretta 150 D (sì, quella con la trasmissione a cardano!), preparata per lo scopo. Il viaggio era stato pianificato per durare solo due anni, ma una volta in ballo la meta divenne meno importante del percorso e delle soste, un po’ come abbiamo apprezzato anche nella parte africana del tour di Ilario.
L’impresa di Battaglini è senza dubbio stata agevolata dal supporto diretto della casa madre della Lambretta, che lo appoggiava finanziariamente e logisticamente, come ad esempio quando Cesare raggiungeva rivenditori autorizzati dai quali riceveva assistenza tecnica, dando in cambio, oltre a pubblicità, anche un feed-back sul prodotto in modo da suggerire le necessarie modifiche per migliorarlo e renderlo più efficente e affidabile. Questa cosa lo accomuna per certi versi con le imprese di Giorgio Bettinelli, che aveva l’appoggio della Piaggio, cosa che invece è mancata fra gli altri a Markus Meyer o ad Ilario Lavarra e che quindi aggiunge valore ai loro viaggi.
Cesare Battaglini muore all’età di 84 anni il 3 ottobre 2011, senza mai avere smesso di usare la sua Lambretta. Presidente onorario del Lambretta Club Emilia Romagna fino all’ultimo. Come ha avuto modo di precisare il mio amico Fabio Cofferati, la lambretta del viaggio (la cui foto è in copertina di questo articolo) è stata prestata al museo della scienza e della tecnica di Milano molti anni fa. Negli ultimi anni è stata reclamata dalla famiglia, senza però essere restituita e attualmente è oggetto di disputa.

Cesare ci ha lasciato un diario sul suo primo viaggio in lambretta, intitolato “Ceylon, India, Oriente misterioso ed Africa esplorati col mio scooter”, ma purtroppo non ha mai trovato il tempo per lasciare testimonianza scritta dei suoi 160.000 km intorno al mondo. Un vero peccato a cui, qualche anno fa, Paolo Corrà assieme a qualche volenteroso, ha cercato di porre rimedio scavando fra gli archivi di Battaglini per dare alle stampe in edizione limitata il libro “Cesare Battaglini: cittadino del mondo”. Sempre Fabio qualche hanno fa mi ha prestato con fiducia la sua copia originale del diario di Cesare, la cui lettura, in vista dell’articolo che devo scrivere, proprio non posso più procrastinare.

E ora datemi pure dell’ignorante, me lo merito, ma ringrazio gli amici Duchi Estensi per avermi menzionato questo grande viaggiatore. Se gli eroi su due ruote esistono o se meritano di essere definiti tali, di sicuro Cesare Battaglini può essere annoverato fra le loro fila.
Dario CAPATTI
Ciao Dario. Da quel che leggo immagino che tu sia giovane e questo fa ben sperare per il futuro della Lambretta. Ho conosciuto e compiuto diversi viaggi con Cesare, ti riporto quello che mi disse a precisazione del tuo scritto: La Innocenti non lo supportava finarziarmente e logisticamente; gli preparò i due scooter ma, come Cesare mi disse, aveva firmato una montagna di cambiali per acquistarle. Il viaggio se lo pagava lui, infatti spesso si fermava dai vari concessionari per lavorare, finanziandosi anche in questo modo. La Innocenti inviava pezzi di ricambio, questo sì lo faceva. In molti avevamo sollecitato Cesare a scrivere un libro sulle sue avventure in giro per il mondo, ma egli non voleva farlo; solo alla sua morte si è scoperta la famosa valigia che conteneva tutti i ricordi e la documentazione del viaggio, della quale non si conosceva nemmeno l’esistenza. Per la mia esperienza ti posso dire che era un vero condottiero, tutto era semplice e fattibile.
Grazie delle tue precisazioni Paolo! Appena possibile visiterò il tuo sito!